mercoledì 23 maggio 2018

"Scommettiamo che è amore?" - Recensione in Anteprima - Fabiola D'Amico

Buongiorno lettori, domani finalmente uscirà un altro romanzo di Fabiola D'amico, sempre per Newton Compton, che ci racconterà la storia di Alexandra e Jean-Luc.




Trama: Alexandra Miller, Ale per gli amici, è la fondatrice della Cupido Agency di New York. Giovane donna elegante, raffinata, sorridente, ama prendersi cura di tutti. Crede nell’amore, quello con la A maiuscola, e la sua missione è far incontrare le anime gemelle. La sua vita sentimentale, però, è a un punto fermo, e non sarà facile rimetterla in moto. Nemmeno quando l’improvviso malore di nonna Eloise la costringe a partire per Parigi, dove dovrà fare i conti col suo doloroso passato­e con un futuro che non si prospetta roseo. Ma si sa, non ci si può opporre al destino, soprattutto se si presenta sotto le spoglie di un muscoloso brontolone di quasi due metri, affascinante, disordinato, diffidente e solitario. Riuscirà a resistergli, la nostra Miss Cupido? E lo scorbutico Jean-Luc, sostenuto dalla sua eclettica famiglia e dagli amici più stretti di Ale, toglierà i lucchetti dal suo cuore blindato, una volta scoperto che, al di là delle apparenze, il lato migliore della vulcanica Ale è la sua tenera fragilità?

Recensione: Alexandra Miller ha fatto voto di castità, lavora nella Cupido Agency, ed è qui che si presenta Andrea Bignardi, alto, biondo, occhi grigi, accento italiano. Subito una strana sensazione l'attraversa, attrazione immediata? Ma Ale non prova certe cose...

Alexandra si ritrova in Francia dai suoi nonni e si riscopre fragile, soprattutto visto il rapporto della nonna, non poi tanto amorevole, nei suoi confronti.
Questo rapporto con la nonna travagliato, alquanto discutibile il loro scambio di opinioni e la "sottomissione" di Alexandra che mostra ai voleri della nonna francese, non mi è piaciuta. Per quanto una persona possa essere debole e fragile emotivamente, soprattutto quando accompagnata da un percorso di psicoterapia, deve imparare a gestire le opinioni e non entrarci in contrasto e accontentandole, questa una delle pecche di Alexandra a mio parere. 

Jean-Luc si stava crogiolando nella autocommiserazione, lui, un quasi topo di biblioteca, si era ritrovato a lavorare in un bar, si era irrobustito ed era stato rapito con una rapida occhiata da quella donna che vestiva firmato ma che sapeva di essere una di quelle ricche e viziate, fissate con le diete, e lui donne come quella le teneva a distanza.
Tra Jean-Luc e Alexandra parte subito una certa confidenza e un battibecco di risposte, che daranno modo ai due di conoscersi o quanto meno cercare di capire chi hanno davanti, visto che si erano giudicati dall'aspetto, sbagliando per come apparivano. 

E questa determinazione di Ale ad essere sempre perfetta con tutti i sacrifici che le occorrono e comporta Comunque il volersi prendere cura di se in maniera quasi maniacale arriviamo a capire che nasce da un insicurezza personale .
Infatti oltre a scoprire che Ale non può avere figli Sappiamo benissimo che anche nel suo passato da piccola non poteva indossare magari determinati ambiti perché era comunque una bambina grassa piena di brufoli e che veniva deriso e messa in un angolo, e ricordiamoci che la nonna non smette mai di ricordarlo.

Fabiola, l'autrice, è stata brava a farci scoprire molto lentamente i tanti lati di Alexandra.
Ma allo stesso tempo, ho trovato che questa protagonista avesse troppi risvolti, troppe cose su cui far ragionare, troppi drammi, e troppo poco tempo per farci abituare ai suoi lati.
Un po' come Jean-Luc si rimane sempre stupiti dalla personalità di Ale.

Il punto di vista è in terza persona, permettendoci di avere uno sguardo a 360 gradi in alcuni punti indispensabile per capire le mosse e i pensieri di tutti i personaggi.

Il Rapporto con cibo in questo libro è molto travagliato, non ho apprezzato quello che si evince, perché troviamo sempre più spesso Ale che si trattiene e che si ostina a non mangiare piuttosto che concedersi un boccone succulento. Quando poi lo fa, viene sottovalutato nel libro, per cui mi è sembrato non ci fosse un giusto equilibrio in tutta la faccenda "cibo".

Altra caratteristica che mi ha fatto un po' storcere il naso è l'estrema fiducia in un estraneo, già dall'inizio, per quanto la protagonista sappia leggere negli occhi gentili di Andrea, è pur sempre una persona appena conosciuta alla quale si affida la propria agenzia...
A parte queste piccole cose che io ritengo surreali, mi rendo anche conto che è un romanzo e quindi inevitabilmente l'autrice sia stata "costretta" a renderle appetibili all'occhio del lettore.
Per il resto è ben scritto, le descrizioni sono buone e la storia tratta temi importanti. Mi è piaciuto, ma forse mi aspettavo qualcosa in più, Ale e Jean-Luc mi hanno trasportato nelle campagne francesi, e avrei voluto vederli ancora di più vivere così, spensierati e felici.
Fabiola è stata molto brava a raccontarci una storia di una donna che soffre, e che mette l'amore per gli altri prima del proprio, una donna capace di emozionare, di difendere chi è più debole, testarda e con un ottimo senso dell'humor.
Sono sicura che Fabiola abbia già pronta un'altra storia in serbo per noi!! 

Il mio voto:

 

Susan.


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