giovedì 18 gennaio 2018

Recensione: "Volevo solo andare a letto presto" di Chiara Moscardelli

Buongiorno lettori!
Oggi vi parlo di un romanzo che si è rivelato assolutamente... esilarante! Scoperto per caso grazie all’iniziativa Tutti a Hogwarts con le tre Ciambelle, sono rimasta affascinata da subito da Volevo solo andare a letto presto di Chiara Moscardelli, edito da Giunti, a partire dalla trama. In fondo, come poteva non attrarmi, da amante della psicologia, una protagonista ipocondriaca e ossessiva? 

Genere: Narrativa
Pagine: 272
Prezzo cartaceo: 14,00€
Data di pubblicazione: ottobre 2016

Trama:
 
Ipocondriaca, ossessiva, maniaca del controllo e sfegatata di telenovelas brasiliane: del resto che cosa aspettarsi dopo un’infanzia trascorsa in un borgo hippy, senza tv, con una mamma fissata con la cristalloterapia, un padre non ben identificato e tanti amici che danzano in giro, spesso senza vestiti? È comprensibile che a trentacinque anni Agata Trambusti voglia avere il pieno controllo di ogni aspetto della sua vita e detesti qualsiasi fuoriprogramma. Inclusa la pioggia, e quella mattina si è messo a piovere sul serio, mentre in tailleur e chignon Agata varca il cancello di una villa sull’Appia per valutare alcuni quadri che il proprietario vuole mettere all’asta. Ma la pioggia non è niente rispetto a quello che la aspetta: in meno di un minuto la sua tranquilla esistenza si trasforma in un rocambolesco film d’azione, a partire dall’uomo misterioso – terribilmente somigliante a Christian Bale! – che Agata mette ko con due abili mosse di krav maga prima di darsela a gambe. Ma che cosa sta cercando quell’uomo? E perché le sta improvvisamente alle calcagna? Tra una fuga nei vicoli più sordidi di Barcellona, le minacce di uno strozzino di quartiere e un losco traffico di falsi d’autore, Agata dovrà per una volta dar ragione al suo psicologo e lasciarsi risucchiare dal vortice impazzito degli eventi. E delle emozioni. Perché sarà proprio questa la partita più dura. 

Dalla scoppiettante autrice di Volevo essere una gatta morta e Quando meno te lo aspetti, una commedia esilarante e intelligente dove il vero pericolo è quello di imbattersi nella felicità.

Recensione:

Agata Trambusti è una giovane donna, appassionata d’arte e impiegata in una casa d’aste, una vita sociale ridotta al minimo e un’esistenza dove tutto deve essere sempre sotto controllo. Il suo controllo. Tutto è pianificato, tutto è ordinato, nulla è mai fuori posto. Finché non capita qualcosa di inaspettato durante una visita ad una villa per catalogare le opere d’arte, un agguato giunge a portare quel pizzico di caos che rende la vita imprevedibile. E da quel momento tutto comincia a scombinarsi, le sue convinzioni, le sue volontà, vengono pian piano spostate dal suo controllo per trovare un nuovo ordine, meno perfetto, meno rigido, ma più vivo, passionale. Una storia che ha dell’incredibile nelle avventure che capitano ad Agata, non solo nella bella cittadina romana, ma anche in Spagna, dove sembra quasi che sia perseguitata in ogni istante, mentre cerca di risolvere il mistero del greco e del dipinto scomparso. 
Ed in tutte queste vicende lei cresce, fa un passo avanti e due indietro, fino ad acquisire una nuova visione della vita, evolvendo come persona, superando le sue difficoltà e i suoi limiti, senza mai smettere di essere esattamente se stessa, ma ritrovandosi, valorizzandosi, credendo in sé.
Insieme ad Agata incontriamo da subito Fabrizio, che, nell’accompagnarsi per un insolito caso del destino alla giovane, potrebbe quasi essere definito un santo xD Diametralmente opposto a lei, con un passato decisamente più turbolento, insegnante di musica alla ricerca del suo passato. Questa differenza e la testardaggine dell’insolita coppia li ha resi assolutamente unici e divertenti: impossibile non affezionarsi a loro, non sperare che la loro storia finisca bene, che riescano ad abbattere i rispettivi muri e le paure profonde che li bloccavano nella vita.
I contesti di origine dei due protagonisti hanno dato quel tocco assurdo in più alla situazione. Rosa, la madre di Agata, dall’indole libera e dedita alla cristalloterapia, con una casa sempre accogliente e piena di amici, ma senza quella figura paterna che la figlia ha sempre cercato. Incapace, forse, di comprendere appieno la figlia, o forse riuscendo a capirla più di quanto sembra, seppur la sua comunicazione si basi sempre sui cristalli e sulle pietre, come se ognuna potesse dare una risposta o un sostegno ad ogni fase della vita. 
Dall’altra parte c’è il quartiere di Fabrizio, Torpignattara, dove tutto è in mano alle bande ed ognuno ha un suo soprannome. Ho adorato in questo il modo che ha avuto Agata di conoscere gli amici del musicista, come abbia saputo apprezzarli e trovare gli aspetti positivi in loro. 

Lo stile dell’autrice è fresco e brioso, riesce a coinvolgere pagina dopo pagina, donando ai lettori momenti di puro divertimento. Tutto si sussegue quasi senza pausa, il mistero e gli indizi che vengono disseminati qua e là contribuiscono a far incuriosire il lettore e a mantenerlo incollato alle pagine per scoprire la soluzione dell'enigma. E come dimenticarsi dei battibecchi e degli scambi tra Agata e Fabrizio: ironia e divertimento puro! Una pecca, per certi versi, l’elevata assurdità delle vicende stesse, a partire dall’iniziale reazione contro lo stesso Fabrizio avuta da Agata: paranoia pura! Ma questo ha permesso al romanzo di essere comico e allegro, una perfetta avventura spensierata.
 Assolutamente da non perdere!

Voto:

Cosa ne pensate di questo libro lettori?
Lo avete letto o vi incuriosisce?

Lothìriel

Nessun commento :

Posta un commento